“Strappare lungo i bordi” di Zerocalcare: una serie animata che va assolutamente vista.
Zerocalcare ti porta nel suo mondo e, a differenza dei suoi fumetti, lo fa totalmente e violentemente. Riesce a provocarti emozioni contrastanti come solo un genio della comunicazione può fare. Lui racconta nel modo più sincero possibile, che potrebbe essere quello di un amico durante un appuntamento al bar.
Guardando la serie sembra di rivivere dei momenti di vita post adolescenziale, quelli in cui con i tuoi più cari amici (se sei fortunato ad averne almeno 2) sei seduto a parlare della vita, quella vita di tutti i giorni che ti porta ad esaminare ogni attimo della tua esistenza, i tuoi dubbi, le tue incertezze, e ti invita a parlarne con qualcuno che ti conosce, che ti sa prendere, che, con quelle parole spesso esageratamente dirette, ti riporta con i piedi per terra e ti dona quell’illusione di realtà che in verità ti fa stare bene. Solo quel tipo di amici lo sa fare. Ti sa riportare alle realtà, tanto da smontare tutti i tuoi dubbi e farti stare meglio.
Guardando la serie è questo che ho provato: un grande tuffo nei ricordi.
Ma non quelli belli e divertenti, piuttosto quelli che mi hanno portato ad affrontare le difficoltà della vita. Quei ricordi che mi hanno permesso di crescere ed affrontare i miei problemi esistenziali. Zerocalcare è riuscito a dar vita a quei ricordi, a mettere a nudo una realtà scomoda che solo pochi riescono a tirare fuori. Una realtà che è fatta di continue domande su come è vivere in quest’epoca, quelle domande che prima o dopo ci siamo fatti tutti. Una realtà fatta di incomprensione, di normale inadeguatezza che la nostra generazione ha vissuto e sta vivendo ancora adesso.
Non mi è possibile recensire in modo obiettivo la serie perché, probabilmente, tocca dei punti talmente vivi e personali per cui diventa impossibile estraniarsi e giudicare. Trovo interessante la non intenzionalità della reazione.
La serie tocca degli argomenti introspettivi che colpiscono lo spettatore, secondo me, senza volerlo. Un racconto crudo, estremamente sincero e semplice, della “banale realtà”, che di banale non ha nulla.
L’ultimo episodio lascia l’amaro in bocca. E’ straziante perché reale, di quel realismo che ti fa porre tante domande.
E per me, è questo che dovrebbe fare l’animazione. E’ questo che dovrebbe raccontare: la Verità.
Serie assolutamente da vedere, tutto d’un fiato, per ridere e piangere così per come è stata fatta. Così, con questa violenza emotiva.
Claudia Bonomo